Due soldati schierati su avversi fronti si incontrano, uno incidentalmente caduto e rimasto fuori dalla mischia, ma già istintivamente avverso alle dinamiche della guerra, e l’altro volontariamente allontanatosi dal combattimento. Esprimono le proprie convinzioni di fratellanza e il primo decide di gettare volontariamente le armi andando incontro alla fucilazione per diserzione per gettare il seme dell’esempio antimilitaristico, ed esprime questa sua determinazione scrivendo alla madre.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

«Mamma,
«Domani il mio reggimento parte; esso è diretto alla frontiera…
«Che cosa significhi ciò, in questo momento, il tuo povero cuore di madre non comprenderà che troppo chiaramente. Fra qualche giorno il figliuol tuo sarà imbrancato nell’orda di giovani spauriti e briachi che con l’arme in pugno si scaglieranno contro altri gagliardi nati di donna, a dare e ricevere morte.
«La patria lo vuole; la patria mi chiama…
«Essa è più forte di te, madre mia!
«Intanto al di qua e al di là della frontiera, migliaia di vecchierelle canute, rannicchiate nella penombra fredda dei tuguri e delle soffitte, penseranno trepidanti a quel «povero ragazzo» smarrito laggiù, nei campi insanguinati sui quali un ciclone umano, terribile e devastatore, avrà segnato la propria traccia; e le loro labbra tremanti pronuncieranno – mentre le mani grinzose congiunte si leveranno al cielo – la giaculatoria che è tutta un poema di rassegnazione: «Sia fatta la volontà di Dio!»
«Oh, madre mia!… Avrò io la forza di puntar l’arma omicida contro il petto d’un mio simile, mentre non posso svellermi dall’anima il pensiero del tuo strazio, o madre, allorchè ti fosse recata la notizia che un altro, simile a me, scaricando contro il petto mio il proprio schioppo, n’avesse tolto di vita?

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